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126 capitolo vi.


Io mi recai dai nostri vicini francesi a comunicare l’avvenuto. Ed anche loro prepararono le armi.

Ma non vi fu mai nella nostra vita una notte più calma.

I predoni che erano probabilmente gli abitanti del villaggio vicino, si reputarono soddisfatti dal possesso delle cartucce, del bicchiere, del coltello, e degli altri piccoli oggetti rubati, e si tennero al largo. E noi imparammo ad essere più guardinghi verso gli ammiratori.

Nel deserto. — Carri a caramello.

Tardi nella notte il freddo pungente venne a cercarci fin sotto alle pellicce, e ci risvegliò prima assai dell’alba, mentre attraverso gli spiragli della tenda vedevamo ancora palpitare il firmamento.


Quando ci alzammo trovammo che i mongoli erano partiti. Fu il triciclo Contal che lasciò il campo per il primo. Alla sera era giunto al campo con un grande ritardo. S’era fermato più volte per le ineguaglianze della strada; in certi tratti era stato spinto a braccia dai suoi due volonterosi conducenti, decisi a