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introduzione | xxv |
Il telegrafo e la stampa sono stati i fattori immediati della popolarità della quale ha goduto il nostro tentativo.
Essi hanno sparso dovunque la Sua prosa suggestiva, che dava interesse e moto agli incidenti monotoni, e per noi troppo spesso stucchevoli, della via. Fedele fino alla scrupolo alla verità dei fatti, Ella ha saputo illuminarli con la luce viva dell’ambiente — dar loro il preciso valore prospettico nel quadro d’insieme — e il pubblico ha sentita la poesia che scaturiva dai singoli capitoli di quella Sua narrazione della nostra modernissima odissea.
Nessuno però sospetterà, leggendo il suo libro, quanto dispendio di volontà e di forza morale Le sia costato. Io, che ebbi l’onore ed il piacere di esserle compagno in quello sforzo durato due mesi, sforzo intellettuale intenso in mezzo a disagi materiali che deprimono, io solo posso farne fede.
E di quei due mesi rimane in me viva l’ammirazione per Lei ed un senso profondo di amicizia che resisterà al tempo.
Mi creda, caro Barzini, con affetto e stima suo