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CAPITOLO XIV.


NEL GOVERNATORATO D’IRKUTSK

Attraverso il Baikal — Sulle rive dell’Angara — Irkutsk — Campagne fiorite — Sui fiumi — I forzati — Zima — Automobili e teleghe — Le antiche stazioni di tappa — Nischne-Udinsk — Difficoltà telegrafiche.


Il permesso di traversare il lago sopra uno dei ferry-boats dello Stato ci fu concesso telegraficamente. Alle tre pomeridiane del primo luglio, c’imbarcavamo sul grande vapore taglia-ghiaccio “Baikal„. Pioveva sempre. Tankoy scomparve presto nella bruma grigia. Dall’alto ponte del battello guardavamo allontanarsi e impallidire l’alta gettata fatta di travi, i fari bianchi, i grandi macchinari d’ormeggio (creati per fare dei battelli una cosa sola con la riva e riunire i binari dell’ampia stiva alla ferrovia), i tetti nuovi delle caserme e degli uffici sormontati, come da un grand’albero di nave, dall’elevata antenna di un telegrafo senza fili. Ossequienti alla legge, noi avevamo sepolto le macchine fotografiche in fondo al bagaglio. Eravamo stati avvertiti che era proibito severamente ritrarre immagini d’edifici militari, di opere portuarie, di battelli, di ponti e di lavori ferroviari, e di altre cose che tutti possono vedere. Strano paese quello, dove si proibisce la fotografia e si permettono le armi a fuoco. Vi è rimasto dopo la guerra una specie di terrore dello spionaggio. Si raccontano storie strabilianti di spie giapponesi dotate di fantastiche virtù di trasfor-