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320 | capitolo xiv. |
ponesi. L’uomo che aveva espresso questo sospetto sulla nostra origine, spiegò:
— Credevo foste giapponesi, perchè queste macchine in Russia non ci sono, e voi venite da quella parte. — E accennò l’oriente; poi aggiunse: — Dicono che i giapponesi abbiano tutte le macchine che sono state inventate.
Sull’Oka, un vecchio mujik mormorò al barcaiuolo:
— Riavremo presto la guerra!
— Perchè, padrino?
— Ecco che ispezionano il paese! — e accennava a noi, scuotendo il capo pensosamente.
Che cosa avrà mai egli imaginato del nostro essere e del nostro viaggio? E chi sa che opinione si facevano dell’automobile tutti i pacifici abitanti dei villaggi. Alcuni esprimevano una meraviglia intensa, rimanevano storditi, si lasciavano cadere gli attrezzi del lavoro dalle mani. Altri accorrevano lietamente come al passaggio d’un innocuo fenomeno o d’una troupe di giocolieri ambulanti sulla loro roulotte. Qualcuno fuggiva. Le donne spesso ridevano da tenersi i fianchi, come avevano riso i mongoli presso Urga — il che potrebbe dimostrare che la donna è vagamente più barbara dell’uomo, che essa ha un’anima ancora un po’ selvaggia. Ma quando ci fermavamo, tutti si avvicinavano rassicurati, e un minuto dopo trattavano noi e l’automobile con la più amichevole familiarità. I giovani ammiravano e facevano sensate domande sulla velocità e sulla forza della macchina. Più volte trovammo la strada interrotta dai lavori della ferrovia. Si sta facendo un secondo binario della transiberiana: meglio ancora, si sta facendo una seconda linea transiberiana, della quale, probabilmente, chi viaggia in treno non si accorge. Perchè è una linea che ha un tracciato a sè, che si svolge indipendentemente dall’altra, che funzionerà per suo conto, raddoppiando i vantaggi della transiberiana ed evitando gl’inconvenienti di un doppio binario. Se un ponte crollerà, rimarrà intatto un altro ponte; nulla potrà interrompere interamente il servizio. La nuova linea