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152 la battaglia fra le nevi

trico di mitragliatrici austriache e un cannoneggiamento serrato hanno fatto alle schiere vittoriose, in pochi istanti, più danni che non tre ore di battaglia. Eravamo troppo esposti, non si poteva tenere tutto quello che avevamo preso.

Abbiamo conservato la trincea centrale, quasi duecento metri avanti alla vecchia linea dalla quale l’attacco era partito. Il Passo del Cavallo era tutto nostro. Al posto del saliente austriaco, un saliente italiano ora cominciava a sporgere verso la valle dell’Anger.

La nuova trincea è stata affidata all’inizio ad un reparto di bersaglieri dell’ultima classe. L’hanno difesa contro quattro contrattacchi quei giovani soldati che si trovavano al fuoco per la prima volta. Erano saliti dai campi d’istruzione alla battaglia e avevano resistito come veterani. Sembravano dei fanciulli le eroiche reclute. Non acclimatate all’inverno dell’alta montagna, hanno sofferto molto il freddo delle notti nevose, e non hanno detto niente. Le loro perdite, senza essere gravi, superano quelle degli altri reparti, ed esse ne sono fiere.

Per stornare i contrattacchi austriaci, mentre continuava ancora il lavoro di sistemazione della posizione conquistata, dalle trincee di Pai Grande sono usciti i nostri lanciatori di granate. Il nemico, bombardato da loro, è fuggito dalle sue trincee, inseguito dai nostri fino nei suoi camminamenti. Ma la nostra intenzione