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206 la montagna dalle folgori


la piccozza come dei vogatori di sandolino, frenati da quelli che venivano dietro, che tiravano sulla corda. Dovevamo avere l’aria di cani al guinzaglio. È stato un immenso slittamento da montagna russa. La Sella Kozliak è venuta su in breve dalla nebbia e ci ha accolti. All’arrivo, un voluminoso Francesco Giuseppe plasmato con la neve dai soldati durante la nostra assenza, comico e severo, ci ha guardati con tutta la sorpresa possibile dei suoi rotondi occhi imperiali, costituiti da due fette di limone.

La vetta del Monte Nero era scomparsa nelle nubi, e non l’ho vista più.