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la guerra all'invisibile 251


Per un minuto tutti guardano immobili. Poi l’attenzione degli uomini diverge nuovamente, intorno. Studia l’aspetto di uno spumeggiamento lontano, cerca il significato di un rottame che affiora, interroga intensamente la solitudine maestosa del mare.

Un rombo di motore e di eliche scende dal cielo: la perlustrazione aerea che passa. Essa pure è continua. Scruta le acque dall’alto. Viene, va, ritorna, il velivolo dalle ali dipinte con i colori d’Italia.

Spira un lieve scirocco, il cielo è brumoso, delle nuvolaglie fosche sorgono dall’orizzonte, e il mare grigio, corso da riflessi metallici, agita onde crestate di spuma. Per scorgere un sottomarino immerso ci vuole la calma o la tempesta, la trasparenza quieta o la grande ondata nel cui cavo il dorso azzurro del pirata si scopre. Oggi la giornata è cattiva per la vigilanza.

Simile ad un gigantesco gabbiano dalle ali tese e immobili l’esploratore aereo si alza, gira, repentinamente scende come per ghermire una preda, pare che sfiori l’acqua, balza di nuovo in alto, volteggia incerto su delle oscurità sospette, fila via. Squadriglie di siluranti in missioni misteriose rigano di fumo la lontananza.

Ma quello che avviene sopra al mare non è strano e non è nuovo. L’immaginazione si sprofonda, segue la draga. E al pensiero di quello che c’è sotto alle onde, alle miriadi di