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350 lettere dal mare


nostra raccolse una delle tante segnalazioni destinate al nemico, e per fortuna la stessa segnalazione veniva raccolta da un sommergibile francese che passava sei miglia più lontano. La concomitanza dei due rapporti provò la realtà dell’avvenimento. Ordinariamente, le ricerche non riuscendo sempre conclusive, si propendeva a supporre l’inesistenza dei fatti e non se ne parlava più.

I segnali partivano da Viesti, sul Gargano, da dove per il tramite di isole si può comunicare otticamente con l’altra sponda. I rilevamenti operati dalle due navi permisero di agire a colpo sicuro. Si andò diritti alle sorgenti della luce, e si trovò che un reduce dalla prigione, condannato due volte per contrabbando con l’Austria, aveva nella sua miserabile casupola una finestra verso il mare munita di oscuratore e persiana, come un proiettore, e dietro alla finestra un gruppo di lampade elettriche della forza complessiva di quattrocentocinquanta candele. Credete che sia stato condannato? Mai più! Il processo dura da dieci mesi, e lo Stato ha speso migliaia di lire per far fare dei costosi rilievi del paese e della costa, larghi come una camera, al fine di controllare se veramente le navi hanno potuto vedere quello che esse asseriscono di avere visto.

La vigilanza della nostra marina ha ridotto enormemente i pericoli dello spionaggio, ma non