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38 problemi inattesi della guerra

invisibili. Sono le più gravi. Bisogna trovare e colpire, o paralizzare, infinite artiglierie sagacemente mascherate, sepolte e disperse nella immensità di vallate che lo sguardo dell’assalitore non penetra.

Scacciate dai loro vecchi rifugi, dai forti, dalle lunette, dalle batterie trincerate, da tutte quelle opere permanenti o campali che erano apparse finora formidabili, e che hanno offerto un così facile bersaglio alla precisione degli odierni pezzi di assedio, le artiglierie si sono sparpagliate. Fuggendo dai loro baluardi crollanti si sono messe in salvo. I tecnici più sapienti non si sono accorti che all’esperienza delle possibilità nuove che si offrivano all’artiglieria.

Dove prima pareva utile disporre i cannoni, ora non si mette al più che un telefono; il cannone può stare in una buca coperta di frasche, scavata in qualsiasi punto nel raggio di tre, quattro, sei chilometri dagli obbiettivi di tiro; e il comando telefonico permette di non tenere più riuniti nemmeno i pezzi di una stessa batteria, ma di disseminarli, legati da un filo elettrico, sopra ettari di terreno. Non essendovi più appostamenti obbligati per l’artiglieria, nella imminenza di un’azione la difesa può spostare indifferentemente, nel modo meno prevedibile, i suoi cannoni, per rendere vane tutte le cognizioni che il nemico può avere faticosamente acquistato e per disorientarlo.