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chi e superficiali, i rifugi insufficienti Quei lavori che si è costretti a fare quando l’offensiva lo impone, non sempre conviene compierli poi per la difensiva, considerando che essi richiedono uno sperpero enorme di energia, di tempo e di materiale in luoghi che si spera di abbandonare per una nuova avanzata. Allora la prima linea rimane relativamente isolata, sottile, fragile.

A Oslavia sarebbe stato anche difficile intraprendere grandi lavori di consolidamento a causa della natura stessa del suolo, molle, friabile, che scivola, che s’impasta, che si sfalda. È un suolo argilloso che la pioggia scava, trascina e scioglie in melma. Le pareti delle trincee profonde crollano, i camminamenti si colmano; bisognerebbe ricorrere a rivestimenti di fascine e legname, che il bombardamento facilmente sconvolge e incendia. La costruzione di trincee di cemento, le sole che si adattino al terreno, non è possibile nella vicinanza immediata del nemico, a cinquanta o sessanta metri dalle mitragliatrici. Per la stessa ragione invece dei reticolati, che non possono venire solidamente piantati, si adoperano come difesa ausiliaria i «cavalli di Frisia», dei grovigli di filo di ferro spinato intorno ad armature di legno, che si costruiscono lontano, che si trasportano di notte per gettarli e ancorarli al di là delle trincee, e che perciò debbono essere forzatamente leggeri.