Pagina:Barzini - Una porta d'Italia col Tedesco per portiere, Caddeo, Milano, 1922.djvu/91

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assolveva gli assassini confessi di un alpino italiano. La nostra inerzia illude, noi mostriamo il disinteresse assoluto di chi medita di andarsene via. Perchè non destituire i funzionari che ci tradiscono? Ah, perchè? Perchè, vi si risponde, noi non possiamo sostituirli. Se si scoprono degli ufficiali nemici travestiti al comando d’una unità dell’esercito nostro, bisogna lasciarli seguitare a comandare se no il loro posto rimarrebbe vuoto. Logica ufficiale.

In realtà non occorrerebbe affatto una espulsione generale e simultanea dei funzionari stranieri. Molti di loro si ravvederebbero subito se i veri capi, che son pochi, fossero colpiti; basterebbe che si accorgessero per un momento che l’Italia c’è non soltanto per lasciarsi ingiuriare, che esiste un ordine e una sanzione. Di fronte ad un gesto cadrebbero delle ostilità che l’impunità e il tornaconto soli alimentano. E poi, non dimentichiamo che l’Austria ci ha lasciato anche dei funzionari italiani e slavi, fra i quali alcuni colti e pratici, capaci di occupare i vuoti delle file tedesche. In ogni modo, poiché dell’epurazione se ne fa una questione di lingua, noi chiediamo al Governo perchè non provveda. In tre anni che cosa ha fatto per creare un personale che conosca il tedesco? Ha aperto scuole speciali? Ha indetto concorsi? Da dove usciranno questi funzionari per l’Alto Adige di cui v’è sì tragica urgenza? Ebbene, o la difficoltà accampata non esiste, e il Governo è colpevole di