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ci confessiamo superati dagli Alto Atesini, che godettero lunghi periodi di quiete civile e d’agiatezza economica.
Nè la confessione sarebbe sincera, se non facessimo anche il proposito d’accostarci con una razionale imitazione al grado di gentilezza interiore ed esteriore, a cui sono salite le popolazioni urbane e rurali dell’Alto Adige. Ma per ottenere tale intento non basta recarci nell’Alto Adige da esploratori frettolosi e impazienti, che ammirano la bellezza del paese, per poi ritornare a casa non migliorati e dimentichi. Bisogna invece trascorrere lunghi mesi dell’anno, e non già la breve stagione de’ calori tropicali, in mezzo a quella gente onesta e semplice, che, quando non è avvelenata dal tossico delle prevenzioni pangermanistiche, può anche riuscire meno antipatica di certi villanzoni del nostro contado, dove per il forestiero è sempre pronta la sassaiola proditoria, forse in segno di rappresaglia sistematica per le galline sgozzate da qualche esoso villeggiante, o per il grappolo d’uva furtivamente rubato ancor prima d’essere maturo.
Spetta pertanto alle agenzie e associazioni turistiche il compito di rendere più frequenti le visite di gitanti e alpinisti nell’Alto Adige, per innamorare di quei mirabili panorami anche chi era solito, in omaggio alla voga, esulare più lontano. Touring Club e Club Alpino hanno già fatto moltissimo e più faranno in avvenire, se le federazioni d’albergatori, le leghe per lo sviluppo dell’in-