Pagina:Barzini - Una porta d'Italia col Tedesco per portiere, Caddeo, Milano, 1922.djvu/36

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Ora, così, brancoliamo nel buio. Lo Stato si assume la spesa di scuole italiane inadeguate, male impiantate, costose e spesso indecorose, che non hanno allievi perchè non possiamo obbligare nessuno a venirci, mentre le scuole tedesche, regolari, reclamano legittimamente la frequenza di ragazzi riconosciuti come «tedeschi», cioè quasi tutti. Quando la vera entità delle minoranze italiane fosse conosciuta, alle scuole italiane, proporzionate al numero legale degli allievi, dovrebbero provvedere i Comuni, sotto il controllo del Governo, allo stesso modo e nella stessa forma con cui provvedono alle scuole tedesche. Il nostro primo pensiero deve essere per l’istruzione pubblica; essa è il centro della lotta: corriamo alla difesa e al salvataggio del nostro sangue con i mezzi inattaccabili che la legge austriaca e il nostro diritto ci forniscono. Non basta esser giusti, occorre dimostrare che si è giusti. Abbiamo bisogno della guida, della esattezza e del conforto delle cifre, per agire con energia precisa. Vogliamo accettare sempre quelle del Deutscher Verband? Ancora qualche anno così, e saranno vere.