Pagina:Barzini - Una porta d'Italia col Tedesco per portiere, Caddeo, Milano, 1922.djvu/80

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le stesse finalità, con gli stessi odî del regime austriaco, non sostituendo niente e nessuno, permettendo contro di noi tutte le ostilità legali di una autorità di guerra, noi non abbiamo instaurato la Libertà, a meno che non si convenga che la vera libertà si godeva sotto l’Austria. C’è ora quello che c’era prima. Di libero non esiste che la lotta contro l’italianità.

Certo, conoscendo il carattere del popolo altoatesino, constatando le virtù singolari di operosità, di onestà, di disciplina di questa buona massa tedesca di contadini e di operai che non ci odia, che ci è forse favorevole nel suo intimo pensiero più spesso che non si creda, benchè non ci veda che attraverso le menzogne dei suoi capi, bisogna riconoscere che essa sarebbe sensibile ai nostri contatti in un regime di libertà. Ma appunto perchè disciplinata, perchè educata all’azione collettiva e alla rinunzia ad ogni decisione individuale, essa obbedisce ciecamente e segue fedelmente chi è investito dell’autorità effettiva, chi è posto al suo comando. La sua azione è anti-italiana solo perchè nulla è mutato nella gerarchia.

Si direbbe che noi ci siamo avvicinati ai minuscoli padroni tedeschi di Bolzano con un resto di quel tradizionale spirito di modestia e di deferenza che animava la nostra politica a Vienna, quasi riconoscendo in loro gli eredi legittimi dell’Impero scomparso verso i quali sentissimo più fortemente la vecchia abitudine dell’alleanza che