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jornata ii. trattenemiento ii. 189

mio, azzò s’aggia a spezzare lo connutto, pe dove passano li spirete mieje?» Ma, secotanno a parlare l’orca, stette zitto e mutto ad ausoliare. La quale deceva: «Ed è possibele, che è perduto lo munno pe sto povero signore?, e che non s’aggia da ashiare lo remmedio a lo male sujo? Dì a la medicina, che se nforna!; dì a li miedece, che se chiavano na capezza ncanna!; dì a Galeno e Mesoè1, che torneno li denare a lo mastro, mentre non sanno trovare recette a proposeto pe la salute de sto prencepe!» «Siente, vavosella mia 2 — respose l’uerco — , non so obrecate li miedece a trovare remmedie, che passeno li confine de la natura. Chessa non è coleca passara3, che nce jova no vagno d’uoglio; non è frato4, che se cacce co sepposte de fico jejetelle5, e cacazze de surece6, non freve, che se ne vaga pe medecine e diete; nè manco so ferute ordenarie, che nce voglia stoppata uoglio de pereconna7. Perchè lo percanto8, ch’era a lo vrito rutto, fa chillo effetto stisso, che fa lo zuco de le cepolle a lo fierro de la frezza9, pe la quale se fa la chiaga ncurabole.



  1. (ES) Mesuè. Cfr. V, 1. «Ci sono stati due famosi medici di questo nome: il più antico, medico del Califfo Harun al Raschid, morì a Bagdad intorno alla metà del IX sec; l’altro, invece, viveva nel s. XI a Gahira. Tutti due hanno lasciato varie opere di medicina, in lingua araba» (Liebr., Anm., I, 405). Ma credo che si tratti del primo, le cui opere furono tradotte in latino e in italiano, e stampate fin dagli ultimi anni del s. XV. Il Garzoni nomina, tra i varii rimedii in uso: «l’elettuario di Mesuè». E, altrove, dice dei cattivi medici: «non capendo neanche il Mesuè in volgare» (o. c., pp. 14-5, 159).
  2. Vezz.: bambina mia. Vavosella è, propr,: quel pannolino, che si lega al collo dei bambini.
  3. (ES) colecapassa. — Colica.
  4. (EO) stato.
  5. V. n. 61, p. 57.
  6. Allude a un rimedio farmaceutico, ora ignoto.
  7. Ippericon (hyppericum perforatum pianta medicinale, che possiede proprietà astringenti.
  8. incantesimo.
  9. È nota la virtù irritante della cipolla: cfr. Pitrè, Bibl, XVI, 232.