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introduzione lvii

rante Bucca1. Per la stessa occasione, il Basile compose: Epitalamio alla M. Serenissima di D. Maria d’Austria2.

Il mese dopo, moriva in Napoli il Principe d’Avellino, protettore del Basile. Il quale ne pianse la morte con un sonetto3.


Giungiamo agli ultimi anni della vita del Basile. — Protettore suo, in questi ultimi anni, fu D. Galeazzo Pinelli, Duca dell’Acerenza: nobile signore, e letterato egli stesso, ed accademico Ozioso4.

Già nel 1627, il Basile, dedicandogli un’ode, parla dei «continui favori, che in lui largamente ha sparsi»5. Ma i favori si mutarono poi in un’assidua servitù del Basile, che divenne intimo e famigliare del Duca.

Egli lavorava allora, come sappiamo, ad un gran poema, che era intitolato il Teagene. Il Teagene era un versificamento della Storia Etiopica di Eliodoro, romanzo greco del IV secolo, che fu stampato la prima volta il 1534,



  1. «Non scrivo i propri versi,...., sì per non esserno molto degni di memoria, come anche per esserno stampati da Gio. Battista Basile, componitore della poesia, e da Iacinto Lombando, posti in musica». Bucca, Aggiunta, ms. cit., sub 17 ott. 1630.
  2. Nap., 1630.
  3. Rime d’illustri ingegni napol., p. 131. Il Principe d’Avellino lasciava solo una figliuola; postumo nacque un maschio, erede della casa e del titolo (Bucca, Aggiunta cit., sub 4 Nov. 1630.
  4. V. sue rime nel Teatro delle glorie, p. 189; e anche in alcune carte dell’Accad. degli Oziosi, ms. Bibl. Naz,, XIII, B, 77.
  5. Ode, pp. 127-131.

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