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lxii introduzione

Sua sorella, Adriana, che andò a stabilirsi a Roma, prese cura di pubblicare, in una bella edizione, a Roma il 1637 «l’ultimo parto dell’ingegno di suo fratello», il Teagene, dedicandolo, secondo le intenzioni di lui, al Card. Antonio Barberini1. Un manipolo di poeti loda, al solito, il poema, l’autore, la sorella dell’autore, le figlie di questa e, specialmente, la bellezza e il canto di Leonora Barone. Caterina Barone, altra nipote dell’autore, scrive in un sonetto:

Deh potess’io col tuo pregiato stile
Scriver, e coi tuoi lauri ornarmi il crine,
Del mio materno sangue alma gentile!


E, innanzi al poema, c’è il ritratto del Basile, buona incisione di Nicola Perrey, da una pittura disegno di Giambattista Caracciolo2. Una simpatica e maschia figura



  1. Teagene Poema del Cavalier Gio. Battista Basile Napoletano Conte di Torone, All’Eminent.mo et Riv.mo Sig.re il Sig.re Card. Antonio Barberino, In Roma, appresso Pietro Antonio Facciotti, Con lic. dei Sup., L’anno MDCXXXVII. — La ded. dell’Adriana è in data di Roma, 10 marzo 1637; il permesso di stampa, 16 aprile 1635.
  2. Su Giambattista Caracciolo, v. ciò che dice il de Dominici, o. c.,III, 37-64: il quale ne pone la morte al 1647. Il Basile ne cantò le lodi in un’ode (Ode pp. 160-3). Questo ritratto fu riprodotto ne Le glorie degli Incogniti (Venezia, 1647); dove è accompagnato da una biografia del N., che non ho avuto occasione di citare, perchè non dice nulla. E l’originale e la riproduzione (!) furono riprodotti nel Giambattista Basile, Archivio di letteratura popolare, III, 1, 3. Dal ritratto anzidetto derivano un ritratto, ch’è inserito nella Biografia degli uomini illustri del regno di Napoli, edita da Nicola Gervasi