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l’italianità del trentino e l’irredentismo italiano 169

dati, ma da gente disposta a dichiararsi austriacante e tedesca (pur non sapendo una parola di tedesco), a vestire nei giorni di festività imperiali una divisa, a partecipare a orgie, a portar per le strade, a un ordine della polizia, uno straccio giallo-nero in atto di provocazione. Chi entra nell’«onorata compagnia» riceve qualche soldo, nonchè da mangiare e da bere, anzi più da bere che da mangiare, e un buon vestito di lana con giubba verde e pantaloni marrone. Questi vantaggi e l’abilità degli emissari governativi hanno per effetto che qua e là sorgon di questi corpi bellici. Ma poichè attorno ad essi c’è la riprovazione generale, il povero veterano, passati i fumi del vino, capisce presto di essersi prestato ad un’azione ignobile e abbandona.... il campo. Poi, siccome la giornata della grande orgia — il 4 ottobre, onomastico imperiale — preludia all’inverno e nell’inverno fa molto freddo nel Trentino e ai contadini non abbondano i mezzi per ripararsi, il vestito veteranesco di lana torna assai comodo per andar nel bosco; oggi si mettono i calzoni, domani la giubba, e.... quando torna una nuova festa imperiale il corpo dei veterani non c’è più, per mancanza delle rispettive giubbe e dei pantaloni.

Non ultima arte di corruzione e di dominio fu la lotta economica. Si è fatto entrare in azione il capitale tedesco. Si è creata una fitta rete d’alberghi e rifugi alpini tedeschi ai quali si dirigono correnti di turisti, i precursori tipici del tedeschismo, ovunque voglia far opera di pe-