Pagina:Battisti, Al parlamento austriaco, 1915.djvu/19

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la questione universitaria 7


Tutto questo dovea esser detto per metter bene in chiaro le responsabilità.

Io debbo qui constatare che venerdì scorso il signor ministro dell’istruzione ha avuto parole vibranti di calda ammirazione per l’antica ed alta cultura italiana ed ha riconosciuto il nostro pieno diritto al soddisfacimento dei nostri bisogni culturali. Ha altresì constatato che nella questione della Facoltà non si tratta per noi di un «lucro cessante», ma di un «danno emergente», giacchè siamo stati in possesso di scuole superiori, in seguito perdute, come egli dice con frase eufemistica.

Ma queste belle dichiarazioni del ministro corrispondono a quelle che ci furono fatte da quei banchi almeno una ventina di volte, con susseguente esito negativo. Perciò io non mi sento di prodigare al signor ministro gli applausi che gli hanno tributato alcuni miei connazionali, e dico semplicemente: Vi attendo ai fatti.

Vediamo ora in che consiste il progetto del Governo sul quale siamo chiamati a discutere.

È un progetto che sotto nessun riguardo corrisponde ai bisogni degli italiani.

Anzitutto esso è limitato alla sola Facoltà legale; secondariamente contempla per quattro anni una sede che non corrisponde ai bisogni e ai desiderii degli italiani e allo sviluppo stesso dell’istituzione.

Una Facoltà legale è utile e necessaria ma noi abbiamo diritto ad un completo istituto di studi superiori, non ad una piccola fabbrica di impiegati.