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196 al popolo italiano


Ed è non solo possibile, ma relativamente facile. Altre colture dànno affidamento di miglior avvenire.

La coltivazione dei bozzoli dopo la crisi sericola iniziatasi verso il 1870 era stata trascurata. I contadini gareggiavano nell’abbattere i gelsi. Oggi invece, vinte le malattie del baco e del gelso, si lavora a ripiantarli. La produzione annua di bozzoli era nel 1895 di un milione e 600 mila chilogrammi; oggi è precisamente raddoppiata e, dato il miglioramento della qualità, è aumentata di valore. Il valore suo è di dieci milioni di corone all’anno. E vi è modo di proseguire e le stesse autorità agricole austriache spingono ora su questa via ed hanno dato magnifico sviluppo alla confezione del seme bachi. Inutile aggiungere qui che il mercato dei bozzoli è l’Alta Italia e la soppressione delle barriere sarà quindi vantaggiosa per la bachicoltura.

La frutticoltura è pure nel Trentino assai promettente, ma il suo valore effettivo sta nella produzione di mele, pere, di frutta cioè assai apprezzate in Germania, che sono speciali, tipiche della zona montana prealpina e lo son perciò del Trentino, dell’Alto Adige, del Friuli, ecc.

Il commercio degli erbaggi — pure notevole — è e sarà favorito dalla minor distanza dei mercati tedeschi e vi è ragione a credere che per le verdure come per le frutta non subentrerà alcuna decadenza nell’esportazione, a meno che non si verifichi un’analoga condizione per tutte le regioni italiane che largamente esportano e che i tedeschi rinuncino per l’avvenire ai buoni