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l’avvenire economico del trentino 199


Da Vienna non vennero che proibizioni, divieti, ostacoli. La parola di Vienna suonò solo e sempre proibizione al sorgere di una grande industria trentina, all’addensarsi di masse operaie sui confini dello Stato, ai rapporti commerciali del Trentino con la madre patria, alla partecipazione del capitale non tedesco ad imprese trentine.

Tale non sarà la parola di Roma. Perchè permettere alle alpestri valli trentine di svilupparsi industrialmente, sarà reciproco vantaggio del Trentino e dello Stato italiano.

Secondo recenti dati degli i. r. uffici idrotecnici dello Stato il Trentino può disporre di circa 250 mila cavalli elettrici di forza idraulica.

Per 170 mila cavalli esistono già progetti studiati ed elaborati da vari ingegneri. E pei molti progetti v’era la finanziazione, se il Governo austriaco non avesse pronunciato sia per l’esportazione della forza, sia per lo sfruttamento in paese, il suo testardo: Verboten!

Con la redenzione politica il Trentino sarà messo in grado di fruire di quei vantaggi che mercè la ricchezza d’acqua hanno conseguito varie zone ad esso immediatamente confinanti ove son sorte la centrale elettrica di Bagolino, quella di Fonzaso ed altre grandiose che lanciano la loro energia fin nel cuore delle terre lombarde.

Questa del carbon bianco è una immensa ricchezza che ora giace inerte, non servendo i 20 mila cavalli fino ad ora sfruttati nel Trentino, che all’illuminazione, alle piccole industrie locali e ad una tramvia elettrica.