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difesa dei confini o sistema di reazione? 57


Noi, pure non giustificandole, trovandole anzi ridicole, possiamo ben credere che certe cautele nelle zone di confine possano essere ritenute necessarie dal punto di vista militare, ma quello che certo non è necessario si è che l’autorità militare prenda un granchio al giorno, tormenti ingiustamente il prossimo, alimenti e giustifichi l’odio contro il Governo e fomenti il conflitto fra Stato e Stato. Basti dire che nel periodo di pochi giorni i gendarmi arrestaron sul Tonale un giudice e il suo cancelliere reduci da una commissione d’ufficio, che in Pieve di Ledro si costrinse a tornar a casa il medico del paese che s’era appena sposato e volea partire pel viaggio di nozze, che a Brentonico si arrestò per il solito sospetto di spionaggio un veterano austriaco.

Ma ciò che assume una speciale gravità si è il fatto che l’autorità militare non compie nel Trentino il servizio di sorveglianza dei confini coi criteri adottati altrove: di star cioè ben attenti che non ci siano spioni, ma di risolvere di volta in volta gli incidenti che insorgono con la massima sollecitudine per non danneggiare gli arrestati, se sono innocenti.

Tutt’altro! Cascare nelle mani dell’autorità per sospetto di spionaggio vuol dire correre normalmente il rischio di passare settimane e mesi in prigione. Poichè quando uno è arrestato vien tradotto fino alla caserma, poi alle carceri locali, poi a quelle del distretto, poi infine a Trento o a Rovereto. Quando è qui deve aspettare che capiti da Innsbruck un giudice militare