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78 al parlamento austriaco

l’impedimento allo sviluppo della civiltà industriale, al lavoro fecondo e pacifico.

Dott. Pinalli (liberale italiano): Anche noi.

Il militarismo, in origine stromento di difesa, va ognor più trasformandosi in stromento di offesa e di parassitismo. Stromento di parassitismo dal quale gli alti industriali traggono lauti guadagni e la classe borghese-feudale brillante carriera pei suoi figli. Elemento di offesa, perchè l’esercito, divenuto di mole sempre maggiore, trova in sè stesso l’eccitamento a provocare, a stuzzicare gli elementi vicini; mentre i governi reazionari lo considerano quale estremo rimedio utopistico contro l’avanzarsi del proletariato organizzato.

Che se questa mia fede antimilitarista vale per ogni paese del mondo, vale ancor più in Austria, dove all’esercito manca una qualità fondamentale, che c’è in tutti gli altri paesi.

Altrove l’esercito è l’espressione genuina, caratteristica della patria. Ma la patria in Austria non esiste. L’Austria è una bolgia infernale, nella quale le patrie si accavallano l’una sopra l’altra: la più forte contende il terreno alla più piccola e non solo il suolo si contendono, ma anche la libertà, che è pei popoli l’aria da respirare.

Manca quindi in Austria quello che è l’anima vibrante di un esercito; esso non è un centro da cui irradino e a cui convergano affetti e simpatie. No. Qui ognuno pensa di trovarsi in un esercito che domani potrà esser chiamato a combattere contro la propria nazione madre.