Pagina:Battisti, campagna autonomistica, 1901.djvu/31

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sostenitori dell’Ognibeni, pure per conto loro preferirono che la cosa andasse quasi morendo e lasciarono ai socialisti il compito difficile, ma onorifico di esporsi al fuoco della battaglia.

Ed è storia troppo recente quella dei sequestri subiti per la questione ognibeniana dalla stampa socialista, dei processi alla stessa intentati, delle interpellanze fatte dai deputati socialisti al parlamento austriaco (e solo dopo presentate anche dai deputati borghesi del Trentino), perchè qui ci sia bisogno di ricordarla.

Il 1900 doveva riserbare ai socialisti il compito di dare alla lotta per l’autonomia un indirizzo nuovo, più energico, più preciso nei mezzi di combattimento.

Il compito, cioè, che il partito s’era prefisso fin dalle sue origini di voler cooperare fungendo da eccitatore da scuotitore delle forze borghesi troppo fiacche e inerti, dovea realizzarsi e con fortuna.

Nel febbraio 1900 si raccoglievano a Trento i socialisti italiani della provincia. Era il secondo congresso del partito. Ed ebbe importanza grande per due ragioni. Vi fu trattata la questione dell’autonomia e vi fu deliberata la fondazione del giornale Il Popolo, che, organo di un partito giovane e battagliero, per necessità di cose divenne la sentinella più avanzata del movimento autonomistico del Trentino.

Relatore sulla questione dell’autonomia fu in quel congresso il compagno Faustino Modena, scalpellino, il quale sviluppò anzi tutto i concetti fondamentali che aveano inspirato al congresso socialista di Brünn un chiaro ordine del giorno sui conflitti nazionalisti in Austria, poi si occupò, particolarmente delle cose di casa nostra proponendo un ordine del giorno analogo a quello votato nel Congresso del ’97 con una modificazione però essenziale al punto 2, dove invece di dire che il partito avrebbe combattuto indipendentemente dagli altri partiti, si accenna anche alla possibilità di lottare eventualmente alleandosi con le frazioni più avanzate della borghesia.

I congressisti dichiararono anzitutto di accettare l’ordine del giorno di Brünn e poi accolsero l’ordine del giorno proposto dal Modena.