Pagina:Battisti, campagna autonomistica, 1901.djvu/35

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la dieta invitava quasi ad unanimità la giunta a introdurre la lingua tedesca nella scuola di Fassa.

Alcuni dei comuni di Fassa s’erano dichiarati favorevoli e al distaccamento e alle scuole tedesche, facendo per riguardo a quest’ultima ciò che avean fatto prima i contadini di Sopramonte.

Fu quella pel partito socialista occasione buona per comprovare coll’eloquenza dei fatti che il pover popolo delle nostre misere montagne nè avrebbe mostrato di avere affetto per la propria nazionalità, nè avrebbe avuto coscienza della propria indipendenza finchè lo si fosse lasciato in balìa del fanatismo clericale e non si fosse cercato di destare in esso il culto dell’ideale sollecitandone in pari tempo gli interessi materiali.

Dopo la deliberazione riguardante i comuni di Fassa e ledente il Trentino nei suoi interessi nazionali, ne dovea seguir una altrettanto disastrosa per i suoi interessi economici. Si votarono ben due milioni e mezzo di corone per spese stradali da eseguirsi nel Trentino.

Fu in questo momento che il partito nostro e per esso il Popolo prese posizióne decisa in favore dell’ostruzionismo alla dieta, non solo, ma si dette a propugnare la resistenza a oltranza contro il potere provinciale inscenando all’occorrenza lo sciopero dei comuni.

Ecco ciò che scriveva il Popolo nel N. 25 (8 Maggio) 1900:

«Nè parliamo solo della necessità di un intervento alla dieta dei deputati con propositi ostruzionistici, intervento che, secondo noi, raggiungerebbe per lo meno lo scopo di tener desto il paese.

«Ci sono ben altre istituzioni che possono pesare col loro intervento, colla loro azione, cioè, sulla bilancia delle questioni provinciali.

«Abbiamo i comuni. Essi possono col loro contegno diventar la spina nell’occhio della borghesia tirolese e del governo. Ai loro tentativi di progresso si oppone ben spesso l’autorità provinciale; insorgano essi e resistano ad oltranza.

«Trento chiede il diritto di dar garanzia a un progetto tramviario? La dieta di Innsbruck si oppone. E sia pure. Ma il consiglio comunale di Trento non si accontenti di una laconica protesta; si dimetta in massa; rieletto, rifaccia la domanda; sarà respinta; si dimetta di nuovo.

«I comuni della valle di Non chiedono per la loro tramvia l’ap-