Pagina:Battisti - Discorso elettorale, 1908.djvu/15

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popolari; combattere per essa senza transazioni, senza tentennamenti. Bisogna volere non l’autonomia pei privilegiati, ma l’autonomia per il popolo tutto. E più facile ne sarà la conquista, se nell’aula dietale di Innsbruck si troveranno di fronte non già i rappresentanti dell’alto clero, dei nobili, della ricchezza, ma quelli del popolo.

La giustizia non potrà venirci dai prelati e dai nobili, da coloro che, concedendo oggi a noi il nostro santo diritto, proclamerebbero la propria condanna. Non potranno essi tollerare che alla loro piramide si tolga una pietra. Altre cento sarebbero destinate a ruinare. Con animo più sereno potranno volere la completa divisione i rappresentanti del popolo; solo ad essi sarà possibile, senza inciampi di pregiudizi di classe o di interesse personale, il proclamare: Pensino gli italiani ai loro interessi, nelle terre italiane; noi vogliamo solo attendere ai nostri nella regione tedesca.


Il compito del deputato socialista.

Autonomia e suffragio universale, devono diventare la parola d’ordine del nostro popolo, a dispetto di coloro, che da questo popolo si tengono lontani e in questi giorni di elezioni ben si guardano dall’illuminarlo.

Questo, o cittadini, è il programma che io con ogni forza vorrò svolgere alla dieta, se sarò eletto. Programma di distruzione prima, di azione poi. Un deputato socialista non può se non fare la funzione della spola di dinamite in mezzo a tanto vecchiume. Dopo si potrà ricostruire e la ricostruzione vorrà dire: «Governo nostro a Trento, in nome del popolo e pel popolo».

Ma comunque abbiano a svolgersi le sorti della lotta elettorale, anche soccombenti, noi socialisti, non ci fiaccheremo, nè cesseremo per questo dalla lotta.

Già vi dissi che non siamo scesi in campo alla caccia dei seggi. Non importa se altri sarà vincitore, ed avrà l’ambizione di vantare una carica, a noi resterà la coscienza di aver adempiuto, con questa campagna elettorale, al dovere civile della franca e libera difesa delle idee nostre.

Io per mio conto, se eletto, vorrò rappresentare gli interessi non soltanto di coloro che, conoscendo il mio programma, mi hanno eletto, ma anche e sopratutto di quelli, che non mi hanno potuto eleggere, perchè privi del diritto di voto.


Trento, 20 febbraio 1908