Pagina:Beccaria - Opere, Milano, 1821.djvu/128

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42 dei delitti


a svelare i complici, che è una delle verità da scoprirsi? quasi che l’uomo che accusa sè stesso, non accusi più facilmente gli altri. È egli giusto il tormentare gli uomini per l’altrui delitto? Non si scopriranno i complici dall’esame de’ testimoni, dall’esame del reo, dalle prove, e dal corpo del delitto, in somma da tutti quei mezzi medesimi che debbono servire per accertare il delitto nell’accusato? I complici per lo più fuggono immediatamente dopo la prigionia del compagno; l’incertezza della loro sorte li condanna da sè sola all’esilio, e libera la nazione dal pericolo di nuove offese, mentre la pena del reo che è nelle forze ottiene l’unico suo fine, cioè di rimuovere col terrore gli altri uomini da un simil delitto.

Un altro ridicolo motivo della tortura è la purgazione dell’infamia; cioè un uomo giudicato infame dalle leggi deve confermare la sua deposizione collo slogamento delle sue ossa. Questo abuso non dovrebbe esser tollerato nel decimottavo secolo. Si crede che il dolore, che è una sensazione, purghi l’infamia che è un mero rapporto morale. È egli forse un crociuolo? E l’infamia è forse un corpo misto impuro? Ma l’infamia è un sentimento non soggetto nè alle leggi, nè alla ragione, ma alla opinione comune. La tortura medesima cagiona una reale infamia a chi ne è la vittima. Dunque con questo metodo si toglierà l’infamia dando l’infamia.

Non è difficile il rimontare all’origine di questa ridicola legge, perchè gli assurdi stessi che sono da una nazione intera adottati, hanno