Pagina:Beccaria - Opere, Milano, 1821.djvu/18

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xii VITA

L’occasione si offerse nel disordine delle monete che in quel tempo desolava il Milanese, ed a cui il governo aveva in animo di mettere riparo. L’amico alla fine colle ripetute istanze giunse ad indurre il Beccaria a comporre un libretto su di questo argomento.

Mentre che il Beccaria stava lavorando intorno al medesimo, il marchese Carpani, uomo non ignaro delle cose economiche, diede fuori in Milano verso la metà d’aprile dell’anno 1762 uno scritto col titolo di Risposta ad un amico sopra le monete. Viene supposto con ragione che il Carpani, il quale affettava una superiorità in quelle materie, informato che il Beccaria s’occupasse nello scrivere intorno alla moneta, volesse prevenirlo col mandare in luce prima di lui i suoi pensieri. Nel libricciuolo che venne pubblicato senza nome d’autore, il Carpani, dopo avere dimostrata la grandissima confusione delle monete nelle nostre provincie, e data ad essa la colpa dell’impoverimento del commercio nello stato, proponeva che fossero battute nuove monete, adottandosi una nuova proporzione tra l’oro e l’argento, ed una nuova valutazione dei metalli. Le massime suggerite da questo scrittore coincidevano con quelle contenute in un promemoria manoscritto del Questore Pellegrini. Frattanto in data del 21 aprile 1762 pubblicossi una grida, nella quale con severissime pene proibivasi il ritenere qualsiasi denaro forestiero di rame od eroso, e vietavasi l’estrazione dallo stato dell’oro e dell’argento. Questa grida era l’ottantesima ottava che dal principio del secolo