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xvi VITA

proporzione fra i metalli suole variare per diverse circostanze, così il Beccaria proponeva che un magistrato dovesse particolarmente sopraintendere a questa materia, e, giusta le variazioni del pregio dei metalli nobili negli stati europei, fissare di mano in mano alle monete il valore corrispondente.

Il conte Verri, il quale aveva suggerita al Beccaria l’idea della sua scrittura, ed era stato da lui indicato come persona la quale avea composta la storia del commercio dello stato di Milano1, scrisse un dialogo intorno alla stessa materia trattata dal N. A. In esso il Verri studiossi di rendere più chiare e di abbassare alla comune capacità le teoriche esposte dall’amico, mostrando inoltre la fallacia delle opinioni popolari in proposito, e combattendo i sofismi che si mettevano in campo per sostenerle. Quel dialogo venne pur esso stampato a Lucca, e fu distribuito gratuitamente insieme al libretto del marchese Beccaria.

    siccome media dal conte Carli nel secondo tomo della sua opera intorno alle monete. La tariffa pubblicata pel Milanese nel 1778, in cui ebbe molta parte il Beccaria, e che tolse finalmente nello stato nostro la maggior quantità dei disordini delle monete, seguiva appunto la proporzione suddetta. Essa ciò nulla meno dava per avventura troppo valore all’argento, ond’è che gli zecchini e le doppie di Milano coniate in quell’epoca, e valutati i primi a lir.14:10, e le seconde a lir. 24, sparirono quasi tutti. La proporzione seguita nella monetazione francese moderna, e che venne estesa al cessato regno d’Italia col decreto del 21 marzo 1806, è quella di 1:15½.

  1. Opere economiche del Beccaria, Milano 1804, tomo ii, pag. 208.