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DI PERISTERA |
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Il Sol’accusa, se cangiato vive
Fuor de la sua propria figura vera,
Perche dal sonno soprapreso, fece
Men guardia, ove fortuna al fin tramise
Il suo fiero destin, com’ella suole.
Almen, ò se d’Apollo il Messaggiero
Per sdegno, fù di bianco in nero volto,
Se di Piero anchor hebbero le Figlie
D’augei sembianza, et Ascalafo il simile,
Et se d’Almon e pur la figlia, priva
De la lingua restò, le lingue loro,
Per volere accusare il fallo altrui,
Per dare inditio di secrete cose,
Et fare offesa che punir si debba,
Ricondusser gli autori a degna pena
Et à merto giustissimo. Et in somma
Se l’immodesta Figlia di Nitteo
Fu fatta augel consorte de la Notte,
Per la lascivia almen ne fù ben degna
Co’l Padre havendo le mal nate voglie
Disfogate d’Amor. Ma io d’Amore
Hebbi voglie mai sempre honeste, et traggo
Da li sdegni d’Amor si fiero danno.
Dunque è ben vero ò misera mia vita
Ben’è dunque verissimo in effetto;
Ch’ogni piciola colpa contro i Magni