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DI ANAXARETE.

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     Non lassiando abbagliarvi l’intelletto,
     Le varie opre del mondo, le mille arti;
     I varij studij ripensar vorrete,
     Nullo essercitio più di questo bono,
     Null’arte al stato vostro piu conforme,
     (Che proprio è di ciascun quel che più giova)
     Più a l’ingegno, à la vita atta, e leggiera,
     Più di dolcezza copiosa, e ricca,
     Da Gange à Thile, da l’un Polo à l’altro,
     Trovar potrete in clima altro benigno
     Quel nato à arar, à coltivar la terra,
     Che altro non sa, ne di saper ricerca,
     Al tramontar, et al spontar del Sole,
     Lieto nel campo si trastulla, e gode,
     Ne per l’aurato pretioso Tago,
     Per lo regno di Cresso, ò quel di Ciro,
     Cangeria il suo natio proprio lavoro.
     Altri in saper quanto sian fisse, e erranti
     Stelle nel Ciel, onde la Luna piena,
     Onde sciema si facci, onde s’oscuri,
     Seguendo il natural alto destino,
     La mente ha ingombra, disgombrata altronde,
     Quegli rapito, onde sua stella il guida,
     Scarco d’ogni pensier, d’ogni altra cura,
     Segue il sanguigno, bellicoso Marte,
     Ciascun à quel, che’l suo pianeta inchina.