Pagina:Bellentani - La favola di Pyti, 1550.djvu/98

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LA FAVOLA

     Che per servar quel ch’è già vostro antico;
     Per mostrar l’alto ingegno, il gran valore,
     Per mantenere il degno eccelso nome,
     L’alme rubelle à le vostre alte insegne,
     Che portate d’Amor nel viso scritte,
     I cor ferati di diamante quadro,
     Pregando, amando, e tutto quel donando
     (Che vittoria tall’hor così s’acquista)
     Che in voi piu dolce piu pregiato havete,
     Cercar dovreste al vostro giogo trare,
     Non curando di noi, ne chi vi sprezza,
     Di donne serve, di patrone ancelle
     Fatte vi havete, e vi farete ogn’hora,
     Che’l Ciel, per la giustitia onde si regge,
     Onde risguarda il ben, punisce il male,
     Patirà che da voi l’impero in tutto,
     Che così a vil tenete, et così incolto
     Á biasmo vostro in noi, sia trasferito,
     In noi, che sempre à desir vostri amici,
     Á tutti i cenni, à tutte vostre voglie,
     Non guardando la perdita, che vi entra
     Dal canto nostro, da vostro il guadagno
     Quanto potrem, tanto serem cortesi.
     Et forse anchor che le bellezze vostre,
     Che incoltivate et infeconde hor sono,
     Onde di voi tanta vaghezza havete,