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del Cesariano, abbiamo dei dati positivi nei documenti dei primi anni della costruzione; infatti vi troviamo riportati alcuni dispareri di quegli architetti riguardo al partito di destinare le navate minori ad uso di cappelle, il che escludeva implicitamente la possibilità di far corrispondere delle porte a quelle navate minori. Si parlava già di cappelle in vicinanza alla crociera nell’aprile 13901. Al 19 marzo 1391 gli ingegneri addetti alla fabbrica, e cioè Simone da Orsenigo, Giovannino de’ Grassi, Giovanni Scrosato, Galeto fabbro, Lorenzo de Spazii, Giacomo da Campione e Tavanino da Castel Seprio discussero sulla convenienza di dividere con tramezze le navate minori per formarvi tante cappelle, rendendo quindi necessarie delle modificazioni tanto ai piloni adossati alla parete, che a quelli isolati, e ciò, aggiunge il Nava, «perchè nel disegno originale non erano indicate le cappelle, nè dovevano, per quanto pare essere fatte.» E si venne alla determinazione «quod differatur ad deliberandum supra facto intramezaturam fiendarum in Ecclesiæ usque ad eventum Ingig. teutonici quem Anes Fernach ire debet ad accipiendum et ducendum, et sic etiam super facto pillonorum ad dictas capellas fiendorum

Per verità il provvedimento delle cappelle qui si presenta come un ripiego, forse costruttivo più che altro; e sgraziatamente nella recente pubblicazione degli Annali della Fabbrica il documento sul quale il Nava fondava il suo parere, invece di essere stampato in extenso non è che sommariamente citato. Al 1.° maggio del successivo anno però, nel resoconto di un’altra Adunanza di ingegneri, fatta per chiarire alcuni dubbi costruttivi, coll’intervento di Enrico di Gamodia, troviamo:

Dubium. Utrum debeant mediari sive intramezari capellæ ipsius ecclesiæ muro una ab altera, nec ne?

Responsio. Declaraverunt quia non egent ipsæ capellæ aliqua alia fortitudine, quod remaneant et fiant sine alio medio seu sine muro mediano.

Dal che si può arguire che — per quanto il motivo che spingeva ad innalzare delle tramezze fra le campate delle navate minori fosse un espediente costruttivo di rinforzo — il concetto di destinare le navate stesse ad uso di cappelle rimaneva affatto estraneo a tale provvedimento.


Spiegato così il concetto decorativo delle parti estreme della fronte, e giustificate le modificazioni sostanziali che vengono introdotte nella attuale disposizione, passiamo ai tre comparti mediani, quelli che debbono costituire il nucleo della fronte.

La nota capitale di questa parte della fronte sta senza dubbio nelle tre porte: lo studio di queste però non è facile, poichè la massa stessa del Duomo presenta ben pochi elementi che possono servire di guida e di caposaldi: infatti, mentre la fronte non potè svilupparsi che in

  1. Vedi Annali Fabbrica Duomo, vol. 1, pag. 34.