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120 delle memorie


dominio ecclesiastico si erano inviati da lui ordini strettissimi per il medesimo effetto, ma specialmente in Roma aveva assegnate larghe elemosine agli ospidali che sogliono ricevere in maggior numero i pellegrini, e volendo con dimostrazioni particolari di caritá di zelo e di splendidezza fare apparire il suo affetto paterno verso le nazioni cattoliche oltramontane, aveva fatto preparare un’abitazione in borgo delle piú capaci piú commode e piú vicine al palazzo del Vaticano e alla basilica di San Pietro, per farvi alloggiare i vescovi poveri i sacerdoti vergognosi o tali altre persone che da quelle parti fussero per venire a celebrare l’anno santo nella cittá di Roma. Fatte tutte queste preparazioni e molte altre, le quali dovevano servire all’edificazione spirituale ed alla commoditá temporale de’ forastieri, che io per maggior brevitá qui tralascio di riferire, egli diede principio alla celebrazione dell’universale giubileo. Questo principio suole pigliarsi all’antecedente vigilia del santissimo natale di Cristo Signor nostro, per includere in una celebrazione tanto devota un giorno festivo tanto solenne. Ma perché il papa si trovò impedito dalla podagra, perciò da quei primi vespri fu trasferita la ceremonia dell’aprirsi la porta santa, che è la prima azione dell’universale giubileo, alla vigilia della circoncisione, la quale festa cadde appunto nel primo giorno dell’anno. Dunque nell’accennata vigilia il pontefice, accompagnato dal sacro collegio dagli ambasciatori da tutta la prelatura ecclesiastica e dal fiore di tutta la nobiltá secolare, calò in forma di processione pontificalmente nella basilica di San Pietro per celebrarvi il vespro con ogni piú solenne pompa di ceremonia. Fermossi prima nel portico, il quale maestosamente scorre da un lato all’altro di detta basilica, e dal cui primo adito si entra in essa per le principali sue porte. Quivi egli con le solite cerimonie aperse la porta santa, che nell’antecedente universale giubileo dell’anno 1575 era stata aperta e poi chiusa da Gregorio decimo terzo, e per essa entrò insieme con tutti gli altri nella basilica, ma con tanta difficultá per la moltitudine infinita del popolo innumerabile che non poco egli stesso penò a poter introdurvisi.