Pagina:Bentivoglio, Guido – Memorie e lettere, 1934 – BEIC 1753078.djvu/203

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libro secondo - capitolo v 197


poi dell’impegnamento. Non si poteva dunque piú in Spagna levare al duca quell’animo, che prima largamente se gli era dato, in modo che subito s’inviarono molti ordini al contestabile di Castiglia governatore di Milano, accioché radunasse buon numero di soldatesca per soccorrere il duca di Savoia nel modo che piú convenisse. Aveva di giá il re di Spagna eletto al governo di Milano il conte di Fuentes, partito pochi anni prima con gran riputazione da quello di Fiandra, a cui perciò fu comandato dal re che quanto prima venisse in Italia e facesse tutti quelli preparamenti che fossero necessari per sostenere il duca di Savoia contro l’armi del re di Francia. Tali erano dall’altra parte di Spagna le risoluzioni piú strepitose, ma fra tanto in Roma si seguivano in nome del re le piú quiete.

Con queste dunque ricorse egli di nuovo efficacemente agli offici del papa, ricercandolo ad interporsi con ogni premura maggiore, e procurando, per onestare le sue cosí vive instanze, di far conoscere al medesimo papa quanto per proprio interesse alla Santitá sua complisse il procurar la conservazione della pace publica e sopra tutto che non si alterasse la quiete particolare d’Italia. Per invogliare il papa a fare questi offici con maggior autoritá, e per conseguenza con maggior frutto, cominciò apertamente il duca di Sessa a proporre che giá questo era divenuto negozio di legazione, e che sí come non molto prima con un tal mezzo il papa aveva sanate le piaghe della cristianitá nell’accordo stabilito in Vervin, cosí ora egli doveva nell’istessa maniera fare ogni nuovo sforzo per non lasciarla ferir nuovamente da queste armi che di giá si movevano, e che per necessitá si tirarebbero dietro altri movimenti piú gravi. A tali instanze fece aggiungere il re querele altissime contro il re di Francia, e le accrebbe con ogni veemenza maggiore il duca di Savoia similmente dalla sua parte. Onde il papa librati bene tutti i consegli e confermatosi anch’egli in questo al quale di giá inclinava, come fu detto poco innanzi, per se medesimo, risolvè di far elezione d’un legato il quale in suo nome, con l’autoritá necessaria, dovesse procurare per tutte le vie possibili di mantenere stabile e ferma la