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Relazione della fuga di Francia d’Enrico di Borbone prencipe di Condé, primo prencipe del sangue reale di Francia, e di quello che ne seguí sino al suo ritorno a Parigi.

Godeva la Francia un’alta pace e tranquillitá negli ultimi anni d’Enrico quarto, re de’ maggiori e piú memorabili che mai avesse avuti quel regno; quando all’improviso sul fine dell’anno 1609 nacque un accidente gravissimo, che turbò tutte le cose in un subito, e che terminò all’ultimo nell’atroce morte del re medesimo. Aveva Enrico acquistata grandissima gloria fra l’armi, in sí lungo tempo ch’egli, prima eretico e poi cattolico, era stato costretto d’adoperarle contro i nimici domestici e forestieri che gli facevano impedimento a quella corona. Alla quale pervenuto, e posate l’armi poi dentro e fuori di Francia, aveva egli conseguita, dopo, non minor gloria in aver fatto fiorir molti anni quel regno con somma quiete e prosperitá. Onde le sue lodi risonavano maravigliosamente per ogni parte dell’universo, e correva una general costante opinione che da gran tempo non si fosse veduto re di piú chiara fama, e nel quale per governare in pace ed in guerra concorressero maggiori e piú sublimi ornamenti. Solo pareva ch’in qualche modo venisse oscurato il suo nome dall’essersi egli mostrato, e dal mostrarsi tuttavia, troppo dedito agli amorosi piaceri. Né l’aver egli avuta una moglie di rara virtú, e di singolar bellezza e feconditá, era stato freno bastevole a ritenerlo da questa in lui si dominante passione. Anzi, per lo piú fatto sazio di quel diletto che godeva senza contrasto,