Pagina:Bentivoglio, Guido – Memorie e lettere, 1934 – BEIC 1753078.djvu/27

Da Wikisource.

libro primo - capitolo iii 21


tazione del re e con laude uguale sua propria. Era signore di singoiar prudenza e bontá; grasso di corpo e che pareva cadente di sonno anche nell’ore che dovevano tenerlo piú desto. Ma gli effetti apparivano del tutto contrari: somma applicazione al negozio, gran capacitá nel comprenderlo, e non minore industria nel maneggiarlo; e per tutte l’altre sue parti gran ministro e per tale communemente anco giudicato. Né punto inferiore gli si dimostrava la moglie per tutte le qualitá che potevano renderla degna di stima. Era dotata di bello e nobile aspetto, di somma grazia in tutte le cose, di tal giudizio nelle piú gravi che bisognando ella avrebbe potuto in esse accompagnar molto bene ancora i suoi talenti con quei del marito, e render in tal maniera tanto piú perfetti quelli con questi. Ma risplendeva particolarmente in lei sopramodo la cortesia, e l’usò ella allora con sí gran larghezza verso tutti noi altri fratelli, e specialmente verso la marchesa mia madre, che poi alcuni anni dopo venne a Roma con fine principale di godere tutto quel verno e quella primavera che vi dimorò (nel tempo che io servivo a papa Clemente) gli onori nuovamente e le grazie che aveva ricevute in Ferrara dalla detta duchessa. Né rimase ingannata o dal desiderio o dalle speranze perché fu da lei favorita di nuovo con sommo eccesso. Volle quasi di continuo averla domesticamente appresso di sé nella casa sua, e repugnava poi lasciarla tornare a Ferrara se prima non succedeva (come seguí poi li mesi dopo) il ritorno suo proprio e del duca suo marito in Spagna.

Ma rivenendo alle cose che in Ferrara passavano allora, furono publicati due matrimoni d’altissime conseguenze all ’ Europa fra due gran prencipi e due prencipesse del sangue austriaco di Germania e di Spagna, che si erano con la pontificia dispensa conclusi; l’uno fra il prencipe di Spagna Filippo terzo e l’arciduchessa Margherita nata in Germania, e l’altro fra l’arciduca Alberto, prima cardinale e uscito pur di Germania, e l’infanta Isabella ch’era figliuola maggiore del re di Spagna. Non molto innanzi d’allora Alberto aveva lasciata