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30 delle memorie


in Padova. Tempi dalle cui memorie io non potrei dire quanto mi senta ricrear tutte le volte che di nuovo inanzi agli occhi mi si portano quegli oggetti. O dolce libertá di quegli anni! o candidi e puri gusti d’allora! o gioconde e soavi memorie di quella stanza, dove non si udiva lo strepito né si provava la finzione della corte, dove non avevano luogo né il riso falso né l’amor finto né l’odio vero né l’invidia maligna né l’ambizione inquieta né il tradimento insidioso né l’adulazione sfacciata né il favore arrogante né quel vano splendore, o piú tosto dannabile lusso, dal quale insieme con tante altre miserie (nel piú commun senso del volgo riputate felicitá) viene resa in tutte le corti sí amara la vita ordinariamente!

Ma per tornare a me stesso, partii da Padova al principio di luglio, e dopo aver preparato le cose necessarie per la stanza di Roma, verso il fine di novembre m’incaminai a quella volta per la via di Toscana. In Firenze fui a riverire il granduca Ferdinando, che prima era stato cardinale e che lungo tempo in ogni piú splendida e stimata forma aveva sostenuto quel grado nella corte di Roma. Ricevei molto benigna accoglienza da lui, e come egli aveva tanta pratica di quella corte e che volontieri ne discorreva in ogni occasione, perciò si compiacque di ragionarne con me a lungo e di favorirmi eziandio con molti suoi umanissimi avvertimenti. Era prencipe d’ogni sapere, e in grandissima riputazione cosí fuora come dentro dell’Italia. Mostravasi emolo del gran Lorenzo particolarmente in procurar con tutti li mezzi possibili ancor egli l’amore e la concordia fra i prencipi italiani; e che in servizio pure dell’Italia potesse restar libera dalle turbolenze intestine la Francia, perché non mancasse qualche contrapeso alla formidabile potenza di Spagna.

Motivi tutti che gli fecero abbracciare tanto piú volontieri e il primo matrimonio con madama Cristina di Lorena giá seguito qualche anno prima con lui medesimo, ed il secondo della principessa Maria sua nipote che poco dopo si vide effettuato col re di Francia. Era prencipe di grave aspetto, amatore della caccia ma però molto piú del negozio, che lo