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364 la nunziatura di parigi


ed è ch’io son qua solo, come ho scritto altre volte, e ch’io solo non posso ritener i torrenti dei mali che di costá son venuti, e vengono da mille parti, avendomi detto questi ministri piú volte liberamente che essi devono credere piú a quei che trattan gli affari di Francia in Roma, e alle relazioni loro come eguali e tutte conformi, che alle sole mie. E quasi m’hanno detto in faccia ch’io gli avevo ingannati in quella spedizione del primo corriere, cavata senza aspettare di sentir il loro primo ambasciatore. E pure mi disse anco ultimamente il cardinale di Retz, che in queste cose di Couré non erano mancate persone religiose di gran zelo e pietá e spogliate d’ogni interesse e passione, che di costá avevano scritto nella conformitá medesima degli altri.

Nel resto, quanto alli particolari che si contengono nella piú longa cifra intorno alle cose di Couré, ed all’altra dei mali offici che di costá si saranno fatti qua facilmente sopra la visita che ha passata cosí subito Vostra signoria illustrissima col duca d’Albuquerque e con la duchessa sua moglie, io non mancherò d’avergli a memoria come bisogna, per servirmene di qua secondo che potrá portar l’occasione.

Ho veduto ancora quel ch’è parso a Vostra signoria illustrissima di farmi sapere, con un’altra cifra delli 15 pur del passato, intorno alle cose che Bonsi ha trattato di nuovo, e non ho che replicar sopra di ciò.

Di Parigi, li 23 decembre 1619.

XLII

Intimazione del re di Francia agli ugonotti.

Il re, dopo ch’ebbe data audienza ai nuovi deputati dell’assemblea degli ugonotti, fece loro intendere che si dovessero ritirare, come hanno fatto, assegnando loro otto giorni di tempo d’arrivare a Loudun ed altri otto giorni da separarsi