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32 delle memorie


Capitolo V.

Qual informazione io avessi nell’arrivo mio a Roma intorno alla persona particolare del papa, ed a quella de’ suoi piú congiunti.

Pervenuto alla corte io mi presentai subito al cardinale Aldobrandino il quale mi ricevè con molta benignitá, e mi fece varie interrogazioni ma specialmente di Padova e di Ferrara; e fermatosi in questa mostrò particolar gusto di quello che io gli raffermai intorno alla sodisfazione che il cardinale suo collegato dava e riceveva nel governo di quella cittá. Con umanissime dimostrazioni fui accolto poi anche dal papa e da lui similmente fui quasi trattenuto nell’istessa maniera. Quindi io mi posi in abito di cameriere, e cominciai con ogni attenzione a servire. Il mio primo pensiero fu di pigliare un’esatta informazione sopra lo stato nel quale si trovava dentro e fuori del palazzo apostolico la corte di Roma in quel tempo, e la notizia che io n’ebbi fu in ristretto questa seguente.

Era di giá il papa nell’anno ottavo del suo pontificato e nel sessagesimo della sua etá. Aveva egli e prima di esser stato eletto pontefice, e dopo nell’amministrazione del supremo pastorale suo offizio, passata sempre una vita faticosissima, e nondimeno riteneva cosí gran vigore di corpo e d’animo che per commun giudizio stimavasi che egli dovesse reggere il pontificato ancora per lungo tempo. Tutte le azioni della vita privata e publica, e specialmente quelle del suo pontificato, avevano reso gloriosissimo per tutte le parti del mondo il suo nome. Era nato della casa Aldobrandina che è una delle piú antiche e piú nobili di Firenze; ma tramutatosi quel governo di republica in governo di principato, era uscito di Firenze suo padre e per lo piú trattenutosi nello stato ecclesiastico con opinione di gran giurisconsulto e con felicitá di avervi