Pagina:Berchet, Giovanni – Poesie, 1911 – BEIC 1754029.djvu/20

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Quando il rogo funereo fu spento,
325 noi partimmo: e chi dir ti potria
la miseria del nostro lamento?
Lá piangeva una madre, e. s’udia
maledir il fecondo suo letto,
mentre i figli di baci copria.
330 Qui toglievasi un’altra dal petto
il lattante, e fermando il cammino,
con istrano delirio d’affetto,
si calava al ruscello vicino,
vi bagnava per l’ultima volta
335 nelle patrie fontane il bambino.
E chi un ramo, un cespuglio, chi svolta
dalle patrie campagne traea
una zolla nel pugno raccolta.
Noi salpammo: e la queta marea
340 si coverse di lunghi ululati,
sicché il di del naufragio parea.
Ecco Parga è deserta. Sbandati
i suoi figli consuman nel duolo
i destini a cui furon dannati.
345 Io qui venni mendica; e ciò solo
che rimanmi è quest’uom del mio core,
e i pensier con che a Parga rivolo.
Ei non ha che me sola e il furore
de’ suoi sdegni ; e de’ morti fratelli
350 questi avanzi di pianto e d’amore.
Li rinvenne all’aprir degli avelli:
caritá si severa ne ’l punse
che, geloso, alla pira non dielli,
ma compagni alla fuga gli assunse.
G. Berchet, Opere - 1.