Pagina:Berchet, Giovanni – Poesie, 1911 – BEIC 1754029.djvu/293

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30Le profonde toccava di sua lira
Corde d’affanno. - Alla terribil voce
Del sopposto torrente odi siccome
Ogni quercia gigante, ogni diserto
Antro sospira! Su di te lor cento
35Braccia scuotono, o re; su ’l capo tuo
Spirano in cupo mormorio vendetta;
Nè all’arpa omai rispondon più dal giorno
Fatal di Cambria, all’arpa dell’illustre
Oello: o al dolce di Levèllin1 canto.
40Fredda è la lingua di Cadval che mute
Fea del mar le procelle: il valoroso
Dorme sul letto della rupe Urieno:
Invan piangete voi Modredo2, o monti,
Il cui magico carme la nebbiosa
45All’alto Plinlimnon3 fronte curvava.
Lordi di tabe, e come spettri pallidi
Giaccion d’Arvone su l’orribil spiaggia4.
Via via lontani impauriti i corvi
Il remigare affrettano, affamata
50L’aquila stride, li disdegna, e passa.
Cari dell’arte armoniosa mia
Ahi! perduti compagni, a me sì cari
Quanto la luce che le mie se ’n viene
Pupille afflitte a visitar, sì cari
55Quanto le belle rubiconde stille
Che mi scaldano il core, in mezzo ai gridi
Della patria morente, ah voi moriste!
Non piango io più - Non dormon no: li veggio
Su quelle balze, orrenda schiera, assisi
60Languido spirto ritener di vita
A vendicare la natía lor terra.
Meco in terribil consonanza unirsi
Eccoli tutti, e della tua progenie
Tesser con mani sanguinose il drappo.
65Presto, i fili si tessano, la trama
Presto tessiamo, lo funereo pallio
Ai discendenti d’Odoardo. Oh! largo
Date lo spazio, e a tratteggiar d’inferno
I caratteri tutti una gran verga.

  1. Principi gallesi, e bardi.
  2. Bardi, vittime della proscrizione di Odoardo.
  3. Montagna dove a lungo pugnarono i Gallesi.
  4. Spiagge delle contee di Caernarvon rimpetto all’isola di Anglesey.