Pagina:Berchet, Giovanni – Poesie, 1911 – BEIC 1754029.djvu/345

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354 POESIE GIOVANILI E TRADUZIONI Alpe correva, un riposato albergo alle muse implorando ed all’amore. Liberale Milano allor gli aperse 30 le pacifiche soglie: ed il sorriso di Giovanni sopia nel venerando i magnanimi sdegni. Fortunata patria mia! che i sereni ozi beati, a cui col senno, e l’else, e colla mite 35 religion delle sacrate bende, sedea custode l’ incolpevol sire, ad allegrar venia dei suoi concenti quella piú che terrena arpa celeste. Fortunata! che te privilegiando 40 l’esule, ai voti dei purpurei regi i tuoi preferse, intanto che piú amara preparava a Firenze la vergogna. A Firenze, che poi tanto, ma indarno, pianse i silenzi del materno affetto. 45 Fortunata! che almen contro il villano scherno dello stranier, che tu pur sempre pascerai delle tue tante ricchezze, stará scudo immortai l’ombra cortese. Preda dei forti è l’universo. Il brando 50 tempra i timori, onnipossente, e i voti e le speranze all’uom; non però tutte sdegnerá le memorie. Ed ai nipoti, quando conforto nelle glorie antiche cercheranno alle ingiurie aspre dei fati, 55 sará che giovi il rammentar di quale testimonianza i padri ivano alteri: — Ché qui tutto — dicea l’ospite grato — tutto piace al mio cor; né sol le umane sembianze amiche e l’onestá dei modi, 60 ma fin l’aura e la terra amo e le mura. — E qui fermò la sede e qui pregava lenti i giorni alla vita. E se i Visconti non volgeva ad oscure opre di sangue il furor delle sorti, or le lombarde 65 donne, gemendo i lor cari lontani, forse avrien qui una tomba, a cui le pugne