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Il dodicesmo di su gli occhi il pianto frenò a gran pena il paggio. Il di seguente crebbe l’angoscia. Al suo signore accanto egli si assise, e pianse amaramente. A tanto duol Guiscardo, ad amor tanto l’ossa cercar da un brivido si sente, e lo abbraccia, e gli parla, e lo conforta, e a darsi pace, a non pianger lo esorta. Era la caritá del giovinetto balsamo al cor dell’infelice amante. Superato il silenzio, entro il suo petto l’alma affannata s’allargò un istante; e piú pacata e mista di diletto, una tristezza gli addolci il sembiante, pari a quella che scende in l’uomo pio, se i mali suoi rammenta innanzi a Dio. [Manca il séguito].