Pagina:Berchet, Giovanni – Poesie, 1911 – BEIC 1754029.djvu/374

Da Wikisource.

POESIE GIOVANILI E TRADUZIONI Ognun d’essi alla sposa del core tese rocchio a spiarne il voler; e le belle: — Togliete all’angore questo errato sul buio sentier. — Ecco il sire fa cenno ad un paggio; ecco il paggio alle porte calar; e redire, e curvato all’ omaggio il romeo fra’ convivi guidar. Peritoso dinanzi a’ guerrieri, l’uomo di Dio si contenne e tremò; poi confuso allo stuol de’ coppieri, la sparuta persona celò. Ma su lui come raggio di sole corse il dolce sorriso del sir; e volaron cortesi parole a fermargli sul labbro il sospir. — Poveretto perduto al sereno ! vieni, adagia lo stanco tuo piè. La mia tazza riscaldi il tuo seno, la mia gioia sia gioia per te. Non temere le spade, i lanciotti qui poggiati agli appesi brocchier; non temere di lubrici motti un’offesa al tuo casto pensier. Se pria noi non assale il nemico, tace l’astio, riposa Tacciar; e a noi giova di culto pudico la gentile bellezza onorar. — Rincorassi l’uom santo, ed assiso co’ baroni alla mensa ospitai, era l’alma che sogna un eliso dopo l’ ansie d’un sogno feral. Quando il desco spogliáro i valletti, quando tolse le tazze il coppier, reclinate le facce su’ petti, come gente raccolta in pensier,