Pagina:Berchet, Giovanni – Poesie, 1911 – BEIC 1754029.djvu/72

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25 S’ei dorme, i suoi fantasimi
sono l’ Italia; e vanno
baldi ne’ sogni, o abbietti,
a suscitargli affanno;
e le parventi assumono
30 forme e gli alterni affetti
or dai perduti secoli,
or dalla viva etá.
Era sopito l’Esule;
era la notte oscura.
35 Con lui tacea d’intorno
l’universal natura
presso a sentir la gelida
ora che è innanzi al giorno;
quando il pensier su l’andito
40 un uom gli figurò.
Dato ha il cappuccio agli omeri,
indosso ha il lucco antico,
cinto è di cuoio, e viene
grave, ma in atto amico;
45 trasfuso agli occhi ha il giubilo
come d’un’alta spene;
la sua parola è folgore:
dirla oggimai chi può?
— L’han giurato. Gli ho visti in Pontida
50 convenuti dal monte, dal piano.
L’han giurato; e si strinser la mano
cittadini di venti cittá.
Oh, spettacol di gioia! I lombardi
son concordi, serrati a una lega.
55 Lo straniero al pennon ch’ella spiega
col suo sangue la tinta dará.
Piú sul cener dell’arso abituro
la lombarda scorata non siede.
Ella è sorta. Una patria ella chiede
60 ai fratelli, al marito guerrier.