Pagina:Berchet, Giovanni – Scritti critici e letterari, 1912 – BEIC 1754878.djvu/158

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dell’imprecazione. E nulla gliene dicono le compagne sue, per non atterrirla: — Sarebbe un versare acqua bollente sui fiori della tenera mallica. —

L’incantamento dell’uomo santo comincia ad avere effetto. Dushmanta non torna e non manda tampoco messaggi. Sacontala è nel dolore. Le compagne di lei s’accorgono ch’ella è incinta. Canna è tornato. Con che cuore manifestargli lo stato della pupilla sua?

Fortunatamente una voce del cielo ha avvertito Canna delle nozze di Sacontala col re. I desidèri del savio eremita sono compiuti. Traendo buon augurio dai segni d’un sacrificio, egli delibera d’inviare la sposa allo sposo. Sacontala viene incoronata di fiori e sparsa di profumi. Le ninfe silvestri le hanno preparati gli ornamenti nuziali. Le ancelle apprestano le sontuose vesti a Sacontala; e, intanto che la stanno abbellendo, piangono la vicina partenza di lei, che piange in lor compagnia. Canna ordina il sacrificio solenne, e piange anch’egli, e manda voti di felicitá e benedizioni sul capo della sua cara Sacontala.

Piene di tenerezza sono tutte le parole dell’addio. Un coro invisibile di ninfe prega felice il viaggio a Sacontala, cantando: — Sulla via ch’ella sta per correre venga compagna di lei la prosperitá. Propizi venticelli spargano intorno, per delizia di lei, la polve odorosa de’ piú bei fiori. Stagni di limpide acque,, verdeggianti per le foglie della ninfea, le apprestino frescura nel suo viaggio; e rami ombrosi la difendano dai raggi infocati del sole. —

Sacontala. M’è dolce il pensiero di dover rivedere lo sposo mio; si, m’è dolce... Eppure il piede mi vacilla nell’abbandonare questo bosco, questo asilo della mia giovinezza.

Priyamvada. Oh! non sei giá mesta tu sola. Or che il momento della tua andata è vicino, mira qui come ogni cosa è afflitta! L’antelope non istá piú brucando intorno al mucchiarello d’erba cusa. La paonessa non balla piú sul prato. Gli alberi del bosco lasciano cader pallide sul terreno le loro foglie; non hanno piú vigore, non hanno piú bellezza ( r ).

Sacontala. Padre mio venerando, contèntati ch’io parli a questo madhavi, i di cui fiori rubicondi infiammano il bosco.

Canna. So, figliuola mia, quanto l’ami.

(i) Questa mestizia della natura per la partenza di Sacontala somiglia, in certo modo, a quella che presso Teocrito accompagna la morte di Dafni.