Pagina:Berchet, Giovanni – Scritti critici e letterari, 1912 – BEIC 1754878.djvu/168

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Sopravviene tosto Sacontala in veste lugubre, coi capegli annodati in una sola treccia, che le scorre lunga lunga giú per le spalle. La sua faccia è sparuta; negli occhi suoi è il dolore.

Dushmanta. Ti ho trattata crudelmente, o cara. Ma l’amore piú caldo è sottentrato alla crudeltá mia. Sovvengati di me; e mi perdona.

Sacontala. Sarò interamente felice quando cesserá l’ira del re.

Dushmanta. Una nube, una malia mi aveva oscurata la memoria. La caritá de’ celesti finalmente mi ti riconduce innanzi, o amabilissima fra le creature.

Sacontala. Il re sia sempre...! 1 ). E non può profferire la parola «vittorioso» e dá in un subito pianto.

Dushmanta. Dimenticati, o cara, della mia crudele ripulsa. Mettila in bando dalla memoria. Fu una frenesia violenta che mi vinse l’anima. Cosi, quando prevale il buio di una illusione, non giova santitá d’intenzioni; cosi un cieco, se la mano d’un amico gli cigne il capo d’una corona di fiori, la crede una serpe, e stolto se la strappa dal crine. E le si getta a’ piedi.

Sacontala. Sorgi, o sposo; deh! sorgi. La felicitá mia fu interrotta gran tempo. Ma tu m’ami; ed ecco in me l’affanno dar luogo alla gioia.

Poi lo sposo rasciuga di sua mano le lagrime sul volto alla sposa, e se la serra al seno, e le narra dell’anello trovato, ecc. ecc.

S’apre il fondo della scena, e vedesi Casyapa sedere in trono conversando con Aditi. Gli dèi accolgono benignamente gli sposi; li benedicono; consolano Dushmanta col dichiararlo innocente in faccia a Sacontala del ripudio, da che tutto provenne dall’incantamento di Durvasas; predicono le glorie future del figliuolo di Sacontala; fanno che Dushmanta lo riconosca per suo; inviano a Canna uno spirito, nunzio dell’evento; e, svelati cosi tutti i misteri, comandano che gli amanti e ’l fanciullo salgano sul carro d’Indra, onde tornar felici sulla terra a vivere lunghi anni di pace nella splendida Hastinápura.

(i) «Il re sia sempre vittorioso». È il saluto di formalitá col quale in tutto il dramma gli amici del re si accostano a lui. Qui, in bocca di Sacontala, è come parola di pace.