Pagina:Bernardino da Siena - Novellette ed esempi morali, Carabba, 1916.djvu/134

Da Wikisource.
122 ESEMPI E DETTI MORALI

che tu stia ornata e dilicata, ma con discrezione ogni cosa, e con modo onesto. Se tu vedi che ’l tuo marito ti vuole bene e non si cura del tuo acconcime allora tu puoi stare piú cosí a la domestica; ma se egli se ne cura, tu faresti male a non fare che tu gli comparisca. Questo dico per molte che si stanno in casa brutte, nere, come cotali fornaiacce, che non se ne curano come elle stanno: io non la lodo. Grande malignità e peccato è, credetemi, ’l portare tanta robba in capo; che avete imparato ognuno e ognuna a portare una balla. Non vedi tu el male che tu fai ponendo da canto el pecato? Prima tu ti guasti il capo per la tanta caldezza: egli ti putirà la bocca in poco tempo e ’l fiato; tu ti guasti i denti, e dolgonti per ogni poco di freddo. Avisoti: per quae peccavit homo, per ea torquetur: Per quello membro che tu pecchi, in quello sarai gastigato ne l’altro mondo. O donna, pon mente al mio dire. Del tuo capo tu n’hai fatto uno Iddio, e cosí ne fai tu, madre, del capo della tua figliuola; tu non pensi piú là: sempre la studi, e talvolta è piena di lendini. So’ anco di quelle che hanno piú capi che ’l diavolo; ogni dí rimutano uno capo di nuovo. El diavolo n’ha sette, e ci è tale che n’ha anco piú; che di quello ch’io mi ricordo da quindici anni in qua, tanti modi, tante forgie, ch’io trasecolo. Per certo voi sète piú uscitemi dal manico, ch’io non avrei mai potuto crédare. Levategli via nel nome di Dio, ché cosí a poco a poco ve n’andareste ne la mala via. Voi non ve n’avedete come ce n’avvediamo noi. Io veggo tale che porta il capo a trippa, chi il porta