Pagina:Bernardino da Siena - Novellette ed esempi morali, Carabba, 1916.djvu/162

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150 esempi e detti morali

V.


Doh! io non vorrei se non per una cosa avere denari. — O che ne vorresti fare? Spendarestili in limosine per maritare fanciulle? — No. — Per utile di chiese? — No. — Per prigioni? — No. — O che ne faresti? — Io li darei tutti a chi mi volesse detrarre, io dico per mio utile. Doh! dimmi, chi credi tu che mi facesse piú utile all’anima mia, o uno che mi lodasse, o uno che mi detraesse? Fa’ ragione che tanta differenzia è dall’uno all’altro, quanto da uno che mi tirasse di qui in terra, e che un altro mi tenesse. Ma dimmi: se tu se’ dall’uno tirato in giú e dall’altro tenuto, io m’attaccarei piú ratto a chi mi tenesse, che a chi mi tirasse o mi spignesse a terra. E cosí mi credo che fareste ognuno di voi. Simile, dico, mi fa chi mi detrae.


VI.


Sai che ti convien fare? Fa’ come io ti dirò, e piglia questo essemplo. Uno va in mare, e so’ in una nave padri e figliuoli, la moglie, fratelli, famègli; e essendo cosí in mare, elli viene una fortuna tanto grande, che percuote questa nave a uno scoglio. La nave si fiaca tutta: subito ognuno s’ingegna di campare; chi rimane in sur uno legno, e chi in sur una tavola. Sòvi de’ fanciulli piccoli, sòvi de’ grandi di cinque anni, di dieci, di venti anni; e cosí ognuno s’aita in ciò che può. Saràvi uno fanciullo che dirà al padre: “O padre mio, aitami; che se tu non m’aiti, io affogarò: aitami, ch’io non posso piú.” E ’l padre